I numeri della Cina che cresce sono sempre impressionanti per l'Occidente, sia quando la crescita è dell'economia cinese nel suo complesso sia quando si va a guardare il comparto tecnologico. Questa volta i numeri riguardano lo spam via SMS: le autorità cinesi sono al lavoro per indagare sull'attività spammatoria più ampia mai registrata.
Si parla, in particolare, di un'operazione che ha coinvolto i due principali operatori del paese, China Mobile e China Unicom, un attacco spammatorio che avrebbe colpito 200 milioni di utenti di telefonia mobile cinesi.
Numeri che non stupiscono alla luce delle indagini compiute di recente dai media cinesi sulle attività commerciali che riguardano i cellulari nel paese della Grande Muraglia, e su certe manovre poco chiare tese ad un uso illecito o abusivo dei dati degli utenti mobili.
Sono anni che le autorità chiedono agli operatori di fare qualcosa contro l'impatto dello spam via SMS, ma per il momento i carrier si sono limitati ad attivare call center dedicati per affrontare e gestire i reclami che piovono sulle aziende.
Sebbene si intenda indagare su quest'ultima ondata di spam, le istituzioni locali si limitano a lanciare avvertimenti agli spammer, insistendo che farebbero bene a "correggere le proprie azioni".
Più attiva in questa occasione la reazione di China Mobile che, dopo essersi scusata con i propri abbonati, ha dichiarato che sta studiando come impedire l'accesso alla sua rete ad un gruppo di intermediari pubblicitari che avrebbero avuto un ruolo nell'ondata di spam.
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